Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Morte dell’artista

È preminente.
Morendo a quel modo,
tirati sotto a un treno.
Migliori o peggiori che siano
quel che più dispiace
è che se ne vanno,
urlando silenziosamente.
Straziati da una raffica
di Vita
troppo densa
per essere iniettata direttamente
nelle vene.
Travalicando pensieri inespressi.
Parole come inaspettati decessi.
Come protesi verbalmente falliche
penetranti dolci sussurri
attestanti barlumi vitali prossimi
allo spegnersi.
Una testimonianza d’amore
“rubato”,
bruciato dal tempo maturo,
dal fatal gesto di falce.
Fendente unico vibrato come un lieve respiro
nel dolce fremito della notte.
Dalla sua bocca mai più udrà
quel candido canto di speranza,
quello splendido vigore suo caratterizzante.
La melodiosa chitarra della sua anima
mai più tesserà urlanti inni alla gioia.
Dalle sue mani il colore è uscito tutto in una volta,
macchiando col più grosso ed indelebile dipinto
il ventre di lei, capolavoro inespresso della sua voce
moncata dai prematuri giochi del fato.

Ricordato è e sempre sarà
come amico sincero, tenero amante,
solidale genio compreso dai molti:
sorriso illuminante materia artistica astrusa.
Poliedrico in tutto.
Verbalmente dotato.