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Poesie unite ad intenso sogno profondo

Aria Fresca
Anfratti Corporei
Canapi Sfilacciati
Bersagli Mobili
Dissacrante
Improperi Maldestri
Luce Terroristica
Nel Meifumadò
Parole Inopportune Pregne di Insoddisfazione
Preghiera
Spiegarti un Attimo
Tu
Tradimenti Leciti
Trono
Vecchio
Tutta Scena
Rivelatorie Aree Desertiche
Morto
Inutili Lettere d'Amore
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^_^
Aria Fresca
Una luce
“fanciullesca”
pervade la mia anima
che convulsamente
decide di
“restare”
in questo corpo
privo di emozioni
umane.
Il mio dolce
“respiro”
ancora inebria i miei
polmoni
di aria nuova
anche quando
sto per intere settimane
nel vizio sfrenato della
mia stanza vuota.
Muove le mie braccia
stanche dall’amaro
far nulla.
Apatia generale
ed una stasi temporale
che non si riflette
sul mio corpo
che lentamente
ed inesorabilmente
invecchia.
Solo membra
appesantite
da un cervello
poco incline
al cambiamento.
Solo nebbia davanti agli occhi:
fumo ed irritazione.
Offeso è il cuore
a cui non mostro
grande attenzione:
sentimenti morti
conservati in armadi
ormai impolverati
di cui ho messo chissà dove
la chiave.
Anni che passano
e quell’alito di vento
che spira “alla fine”
dalla bocca
rimane vivace e limpido
in questo corpo annoiato.
Solo, senza dialogo
spera in un risveglio prematuro
prima che venga a prendermi
il riposo sempiterno.
Anfratti Corporei
Sul filo di lana trovi
gravi perdite
e vittorie sfuggite
dopo estenuanti fatiche
e sacrifici
che hanno dell’impossibile.
Sul filo di quella lana
puoi trovare
golf mal imbastiti
che si sfilacciano
e che continuano
a smagliarsi
ingigantendosi
e facendoti diventare
obeso nell’anima.
Su quel fottuto
fil di lana
non rimanere in bilico.
Recupera equilibrio.
Mantieniti in forma.
Non si sa mai sopra quel fil di lana
cosa puoi trovare.
Bachi da seta ingordi
e fagocitanti.
Mantidi religiose
che dissacrano i tuoi ricordi.
Insetti stecco
che si mimetizzano
tra i mille problemi
che angustiano il tuo
cuore.
Meticolose ragnatele
di pensieri
costruite per intrappolarti
dentro un medioevo
dell’anima e della
tristezza
dal quale è difficile
andarsene
e dove tutto
sembra più amaro
di quello che è in realtà.
Canapi Sfilacciati
L’amore
è la mia salvezza
inaspettata.
È quella nota stridente
che si sposa con tutta
la banalità
che mi avvolge.
È voglia di essere
diversi
dal solito.
È voglia di
sfogarsi
e di stare anche
male.
È troppe cose ed
insieme troppo poche.
È un rinunciare a feste
dove si beve birra.
È oscurantismo della verità
evidente.
È un rincoglionirsi
del tutto
in momenti fatti
di passione travolgente
e di eccitazione
irrefrenabile.
È soggettivo.
È un giudice parziale.
È solo speranza
che tutto continui.
È solo
ma allo stesso tempo
è tutto ciò che mi manca.
Bersagli Mobili
Archi tesi.
Frecce scoccate in quantità.
Colpiscono anime flagellate.
Dei obsoleti ormai
messi nel dimenticatoio
e declassati in importanza.
Ognuno ha nella sua faretra
Nuove ignominie
da lanciare contro il nemico.
Potenza di fuoco di un plotone.
Esecuzione perfetta
alla mia prima
uscita in pubblico.
Occhio alla penna
che nella mano
crea vortici verbali
di potenza inaudita.
Sempre uguale.
Tutto uguale.
Nessuna novità.
Aspettati quello che già
avevi provato.
Nulla di sorprendente.
Sempre e comunque
disarmante.
Imbarazzo negli idioti
che non sanno capire quello
che dici
e che non sanno leggere
le labbra del cuore.
Animi ormai muti
resi tali
da orecchie impertinenti.
Vita che si sgretola
come vampiri
al contatto con le prime
luci della loro
alba tragica.
Scrivi e deteriorati.
Fallo per me.
Saremo in due a condividere
questa piccola dose
di niente che ci
circonda.
Dissacrante
Metamorfosi mentale
dovuta ad alcol inebriante
e portatore di nuove
immagini mentali.
Soldati eterei fatti di pura
“idea”
aleggiano nel mio cervello
confuso e disilluso.
Nessun appiglio
fatto di solido
granito interstellare
è tanto forte da sostenere
il peso
delle mie ansie
“immotivate”.
Sono colpevole di molte cose:
colpevole di simonia,
di vendita di cose sacre.
Indulgenze plenarie
per gli appartenenti di sta chiesa
fatta di insulti
in cui tutti i suoi rappresentanti
sono abili politici fatti
di vuota essenza
simboleggiante il nulla
alcolico
che li rende fin troppo
fuori dal mondo
e privi di contatti realistici
con la terra
che pretendono tanto di amare.
Osservanti di una nuova religione
crescono
imbevuti di credenze ignobili
ed anticostituzionali!
Avevamo la libertà:
avevamo il nostro
“sentirsi liberi”!
Mi sto convincendo
che il nostro essere liberi
equivale all’essere sotto la dittatura
di un diavolo dissacratore
che predica il sacro.
Aiuto dal paese dei
“fagocitanti esseri viventi”!
Preziosi consigli da chi è
“estraneo” alla vita dei
“normali” costruttori di famiglie.
Io bacio le mani a mia madre
ed agli altri sputo in viso
conscio dei miei peccati e
dei miei atti dissoluti.
Improperi Maldestri
Destrezza zero.
Abilità
nella manovra
nulla.
Sulla strada di chi
beve e urla al vento
idiozie irripetibili.
Bestemmie da antonomasia
supportate da agghiaccianti
ululati alla luna
quando quest’ultima è piena
e quando la nebbia
della noia ci invade gli occhi
di noioso buonismo.
Luce Terroristica
Attentati di natura
oscura
e di dubbia
riuscita
psicologica
e con scarsi
risultati distruttivi.
Lettere sassose
pesanti come
carrelli della spesa
di una massaia
cinquantenne
cadono da cieli neri
dove l’unica luce
che si vede
e che rischiara
è quella del tuo piccolo cuore
che indomito
cerca di raggiungermi
e che non sempre
riesce a farlo.
Nel Meifumadò
Un’identità ormai
perduta negli abissi
della dimenticanza.
Una personalità ormai
dissolta, senza più mordente.
Priva di un amore che
lascia il segno
attraverso i secoli.
Priva della sensibilità necessaria
a donare attimi di
leggerezza e felicità.
L’egoismo e la tristezza
portano all’odio per tutto ciò
che è felicità ed ilarità.
Troppo giù per poter pensare
ad un futuro luminoso.
Troppo giù per ritenersi
capaci di dare una svolta
alla propria esistenza.
Siamo messi al mondo
e costretti controvoglia
a restarci.
Non ho speranza per il futuro.
Io voglio adesso.
Nel futuro non ci sarà nulla
se non c’è fin da subito.
E non ho la pazienza di aspettare
quel giorno, secondo alcuni,
in cui potrò avere tutto ciò che desidero.
Non ho pazienza perché so
che quel giorno mai verrà.
So che un’utopia resta pur
sempre un qualche cosa di
irrealizzabile.
Rapido ed immediato.
Pensieri nulli
vagano nell’abisso
del mu
senza possibilità di
risalita.
Parole Inopportune Pregne
di Insoddisfazione
Mondo di rivoluzioni apparenti
appartenenti a gruppi di
meticolosi “progressisti”
travestiti da classisti!
Forza bruta di chi non ha muscoli
celebrali per dimostrare
a parole le proprie idee!
Solitudini mentali
Fatte di caldo narcotico
Fumante
Che sfuma nella lontananza di
un tramonto acido
spruzzante colore apocalittico
da nari fin troppo trepidanti
ed espiratori di neri fuochi
provocanti ustioni ideologiche.
Mortalità prossima allo zero!
Tutti vivono in un mondo
dal quale non riescono a staccarsi!
Non c’è ricambio vitale.
I segni della senilità sempre più avanzata
vivono sulle facce dei più giovani
Pensatori del paese!
Odio avere consigli da librai che
parlano di quanto i libri rendano
i giovani depressi
alienati e dipinti di colori funesti
prossimi al pessimismo.
Grida parossistiche si elevano dal fondo
di un animo sconvolto pacificamente
che si ritrova ad essere afflitto
da atrofia mentale oltre che articolare.
Non si può più scrivere o dire la propria idea
altrimenti chi so io
ti etichetta come depresso che non si sa
“godere la vita”.
I loro “miti” oggi apprezzati
erano quelli che una volta
quelli come “loro” detestavano maggiormente!
Chi dice cose scomode non è degno
di fare parte di sto mondo.
Chi ha il coraggio di "criticare"
un sistema è sempre
un boicottatore della libera
“democrazia”
ed un sovvertitore del libero pensiero.
Libero a parole!
Libero nei limiti delle
“esigenze del partito”!
Amen per tutti gli zelanti adoratori
di un Dio che non ci ha dimenticato
ma che si è semplicemente stufato di
vederci continuamente “litigare”!
Preghiera
Graficamente assai distante.
Culle vuote
e infanti scappati
alle grinfie di mamme
molto poco materne
che di dolce e
comprensivo non hanno
nulla.
Niente è quello che ripropongono
di fare.
Niente.
Come il battere incessante di una tastiera
che compone lettere all’uranio impoverito.
Vado a capo solo quando ne sento
la necessità.
Non rispetto metriche come regole
da superare
e anche se suona male
a me non dispiace.
Puristi della voce
e della lettera
messi a confronto con
“i puri” nell’anima
non reggono affatto l’impatto.
So solo che mediamente non ci sto.
Le scritte su di un muro bianco
valgono quanto
le prime esperienze
che uno raccoglie.
Le prime monete
che ti danno come elemosina
in un angolo buio di una piazza.
Solo e febbricitante.
Vorticosamente flashato
e lasciato a marcire
in un martirio
di impotenza
che resta al mio interno
latente
e come se fosse energia nascosta
e sempre pronta ad esternarsi
nei momenti più difficili
dell’esistenza.
Così parlò chi ti pare.
Amen.
Spiegarti un Attimo
Sfuggevole rotazione cranica.
Sorprende la risposta data
ad un atto gentile,
senza pretese,
automatico,
istintivo.
Cose di cui ti costa
infinitamente
ammettere l’evidenza.
Arido, come le lande
nella quali soffia un vento gelido,
corrosivo,
dove si formano mulinelli
che inghiottono la vita,
l’amore,
si ingozzano
di sogni,
speranze,
discorsi positivi
che non vedranno mai
realizzazione tangibile.
Sogni senza risposte.
Sonno irrequieto
in cui ti trovi solo,
inefficiente,
poco predisposto
alle relazioni umane.
Quale bella sensazione
nell’essere disteso
su un tavolo freddo di acciaio
dove avvoltoi umanoidi
adoperano artigli come bisturi
danzanti
squartatori della
tua anima.
Compongo sgraziate opere
corporee
di cui porterai i segni
sempiternamente.
Ma non ci sono fulgidi ideali
che valgono quanto lo sguardo,
ed il sorriso di risposta di una donna.
Leggiadra, soave,
latrice di salvezza,
celante torture,
legami e schiavitù.
Tu
Tolgo le lenzuola.
Il profumo
“tuo”
se ne andato
definitivamente
e non tornerà
mai più
ad impregnare
nessun oggetto
della mia casa
“scalcinata”.
Ormai è perso.
Vive nei miei
ricordi olfattivi.
Pochi richiami lievi.
Poche rimembranze
di quegli
odori
deliziosi
che ad oggi
non lasciano altro
che sporadiche
folate lievi
e quasi
impercettibili
di te.
Tradimenti Leciti
Dolce giornata.
Scontate soluzioni
per situazioni imprevedibili.
Distruzione di barriere
che costituiscono l’inibizione.
Il sorpasso di attimi di indecisione.
Il non aspettarsi
quello che più arditamente
ci si aspetta.
Desideri confusi
e viaggi mentali in terre calde
a ritrovar ricordi
e persone
che ti hanno fatto crescere.
Lunghe formule magiche
che sanciscono
il lancio di incantesimi
luminosi
che irradiano il mio cuore nero.
Baci “leggeri”
dati da labbra complici
tradiscono il “lontano”
abbraccio di chi ti ha già avuto.
Niente è come ti aspettavi che fosse.
Sei stata abituata
da una routine massacrante
a non donarti altro
all’infuori
di quello che già vivevi.
Autolimitandoti
ti sei stufata.
Ti sei annoiata del tuo mondo
e forse anche di te stessa.
Ti sei stancata di vivere in prigione:
come chi tenta un’evasione
ti guardi le spalle impaurita
che la gente ti possa vedere scappare
e ancor di più che capisca
le tue intenzioni e le tue colpe
guardandoti negli occhi
e riportandoti nelle tue quattro mura
che ti relegano ad una camera oscura
alla quale sei fin troppo abituata.
Trono
Oltraggi da alti seggi
verso spiagge riempite da
paggi
dentro bottiglie gravide
di messaggi.
Polemici figli di oggi
colpiscono
le menti grazie ai loro
presagi.
Camminiamo su un ponte sottile
fatto di pietra leggera.
Fossili eterei
ritrovati sullo sfondo
di uno stagno nel quale
regna l’ingordigia,
fa festa l’avarizia
detta legge la spietatezza.
Moltitudini di persone
nullatenenti
vociferano cambiamenti,
si mettono in fila per elaborare
nuovi accomodamenti.
Sollievo.
Rabbia.
Detenzione abusiva o lecita
nei carceri della vita.
Nelle roccaforti del pensiero;
simili a oscure celle abitate
da frati iniqui,
grassi,
quasi nullafacenti.
Solitudine immensa.
Ansia da insuccesso che vince
sull’amore non fatto solo
di sesso.
Mortalità dilagante.
Scrivere senza la P.
Un’insegna per principianti al volante.
Volente o nolente
resto sempre seduta stante
il peggiore dei nemici
il migliore amico di che riesce
ad allontanarsi.
Siamo pari.
Pori traspiranti nutrienti.
Trattenenti gas e liquami/scarti nauseabondi.
Organismo in subbuglio.
Scossi dall’ennesimo abbaglio
ci ritroviamo in visibilio
portatori sani di morbillo.
Vecchio
Sono demodè, vintage,
desueto, obsoleto, superato e sorpassato,
in due parole vecchio.
Non mi interessano gli orpelli inutili
della vanità umana
fatta di body sculture,
nail art, body art, rowing,
spinning,
fucking!!!
Si fottano tutti quanti
insieme ai loro vestiti
d’aerobica,
ai loro cibi macrobiotici,
insieme al veget-“arianesimo”
con tutte le loro decisioni
prese in funzione di style e fashion.
Una sola soluzione al “grottesco”
che regna e domina sulla nostra vita:
perché non ci si spara tutti insieme
come in Uganda!!!
Un bel suicidio collettivo
e ci autoeliminiamo
facendo un favore all’umanità
liberandola da falsi assiomi dettatici
dalla moda del momento,
dai consigli di falsi esperti di abbigliamento,
cibo e vino, design dell’interiore
oppure interiorità di interiora
depositate al banco del pegno del macello!
Al mattatoio!
facciamoli a pezzi e
frolliamone la carne.
Un trita-macina-storpia-distruggi
cellule carnose
portatrici di proteici contenuti
e donatrici di nuova forza esuberante.
Sotto effetto limoncello.
Magari un’altra grappa.
Magari la facciamo finita e dimentichiamo
il grigiore dei palazzi che ci circonda,
che ci avvolge e ci inebria
di grandissimo e desolante
umore grigiastro
donandoci nuovi mattini fatti
di smog creatore distorcente realtà
radicate nei secoli
e trascinante persone in giro per la città
alla ricerca di nuove occasioni per produrre
biglietti color verde!
Tutta Scena
Malvagità dilagante
sputata da bocche di vuoto
portatrici di elementi caotici
trasformanti
materia organica ed inorganica
troppo nuova
per questo mondo
moderno e fatto di falsità evidenti.
Modellatori dell’anima.
Gnostici della psiche umana.
Costruttori di esseri costrutti
impertinenti e arroganti.
Manipolatori di energie subconscie.
Animatori di feste
arcaiche
e di concerti fatti
per pochi eletti.
Mistici che guardano attraverso
la storia scritta da chi vince.
Aiuto sputato da voci
malsane
portatrici di un nuovo ordine
nel mondo
che porta alla conoscenza
elevata
che ci fa evadere da questa realtà
vuota, fatua, inutili.
Dove sei?
Io non lo so.
Mi ballo sto tango a suon
di missili di vuoto
e distruggo la mia parte fisica
brutta e malvestita
per rinascere come puro spirito
ed elevarmi sui mangiateste
che troppe volte mi hanno
umiliato
in questo mondo.
Rivelatorie Aree Desertiche
Sopraffatti dall’ansia
che un mondo sporco
ci mette addosso
cerchiamo vie deserte
dove tra un silenzio ed un altro
ci poniamo interrogativi
a cui non sappiamo
rispondere
e ai quali abbiamo
paura
di trovare le risposte.
Morto
Morto.
Deserto di farina di tapioca.
Banane fritte.
Ortaggi rinsecchiti.
Ottimo gusto per il macabro.
Necrofagi moralisti.
Nichilisti amanti dei valori.
Atei adoratori di Dio.
Sacramenti dissacrati.
Ottimizzazione dello schermo.
Alte risoluzioni per
voli sopra baratri oscurati
da pixel scarsamente definiti.
Dossi perenni.
Ghiaccio effimero.
Dune modellanti distese
fatte di sabbia solida.
Composizioni insolite
miste a menti che elaborano
cose solite.
Morbose.
Noiose.
Per niente accattivanti.
Simbiosi di circuiti malati.
Idiosincrasie nate in seno
ad una commistione di stili
che comunicano con diversi protocolli
incompatibili tra di loro.
Solitudine fatta di ansia.
Decessi fatti di sublime bellezza:
morte in apparenza.
Vita estrema nella sostanza.
Occorre un paradiso artificiale
per mascherare la sostanza di ‘sto
inferno fatto di automobili
ronzanti.
Sinteticamente penso che tutto si
giochi in un campo che ha poco di umano
e molto di sintetico.
Non sintetizzo clorofilla.
Non mangio sostanze nocive erbacee.
Modello di defunto
messo in auge
dalla sua morte prematura.
Prega su una tomba fatta di superbia.
Prega e dispensami dal castigo estremo.
Arrivederci alla prossima
volta in cui
ho voglia di morire.
Inutili Lettere d'Amore
Nonostante tu sia così
stupenda
non trovo parole da dedicarti
perché l’amore in me
si è spento
al momento.
Torna a fasi alterne
come targhe di macchine
circolanti in maniera altalenante.
Balenanti scudi fatti
di parole effimere
cozzano contro le tue armi fatte
di estrema perfidia
e di astuzia raggelante e falsa.
Sorridente arpia fatta di belle speranze
e di gradevole aspetto.
Portatrice di felicità apparente.
Apparentemente sembri
Una dolce anima fragile
e paranoica.
Facili maschere
ancora più facili da indossare
su quei lineamenti quieti al punto
giusto.
Amabile essere odioso
io ti vorrei nel mio letto adesso
anche se so che alla fine della
serata
vorrei sgozzarti personalmente
per impedirti di parlare.
Per impedirti
di dire cose
che da molto tempo
mi risultano noiose e ripetitive.
Divertiti nelle tue avventure
ma non raccontarmele.
Feriscimi ogni tanto
ma non farmelo pesare.
Maestra nel fare tutto ciò
che io odio o che non desidero.
Ti ringrazio di non esserci
mia cara.
Grazie.
Mai più lettere d’amore.
Mai più parole dolci per te.
Tanto so che non ti interessano.
Che le trovi inutili.
Tanto meglio.
Fatica risparmiata.