Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Variegata

 

I miei livelli d'amore sono nulli.
Sono azzerati dal momento in cui tutto in me si è avvilito.
Tutto ha rinunciato ad essere per quello che è.
Non riesco a tirarmi fuori da questa situazione privilegiata.
Potrei ma non voglio allo stesso tempo essere fuori da me stesso.
Liberarmi da pensieri troppo gravi.
Troverei volentieri una via di mezzo se ci fosse
ma non c'è.
Non esiste quello che cerco nella mia mente.
Non ne ho neanche una vaga idea.
Mi permetto di esprimere giudizi su cose che non conosco neanche.
Sono vago ed approssimativo.
Sono contento del mio essere a volte volgare e pesante.
Lenti sono i tempi della batteria ritmica del mio cuore.
Difficile da tenere è un minimo di dignità.
Prendo al lazo la tristezza e mi guardo negli occhi
sempre più vaporosi e disillusi.
Sempre più sciatto e distratto da me stesso
non mi accorgo di chi potrebbe essere interessato a me.
Grida di battaglia che cambiano l'argomento di questo scritto.
Inneggia alla voglia di combattere
che scaturisce dalla voglia di emergere.
Dalla voglia di fare qualcosa della tua vita.
Sono depresso e senza appigli a cui reggermi.
Senza punti fissi fondamentali che mi diano una spinta verso
                                                        [l'alto
proporzionale a quello che io do a questa becera vita.
Sono stanco di essere annoiato e pacifista.
Sono stanco dell'apatia che avvolge la mia vita dinamica ma non
                                                       [troppo.
Sono stanco della mia solitudine rivelatrice di verità nascoste
                          [e portatrice di saggezza millenaria.
Non vi considero miei pari al primo impatto.
Non considero le consegue eventuali dei miei comportamenti
                                                   [intrinseci:
sono terribili insuccessi quelli che raccolgo con l'altro sesso.
Sono scottanti realtà che mi fanno sprofondare lentamente 
in sabbie mobili da cui è impossibile districarsi.
Non c'è tempo per crogiolarsi al sole.
Non c'è tempo per dividere la mia vita con qualcun altro.
Non c'è tempo da spendere per nessuno.
Non vale la pena essere d’aiuto agli altri.
Non vale la pena essere gentile con nessuno
e forse la pietà è veramente una cosa da disprezzare:
dovrebbe essere considerata come la mancanza di volontà di chi
                                                       [è buono.
E forse non vale neanche la pena di darsi pena per cose simili.
I rimorsi come i rimpianti esisteranno sempre.
Ed è inutile dire che certe cose passano lasciando un segno
                                        [superficiale su di noi:
esse restano e riaffiorano di continuo senza che tu possa
                                                  [accorgertene.
Me ne vorrei fare una ragione.
Non vivo nei rimpianti ne ho rimorsi per quello che non ho mai
                                                         [fatto.
Sono dispiaciuto da tutto quello che mi accade ma non lo
                                                     [controllo.
Vivo dall'esterno la mia vita purtroppo
e non ho interesse alcuno ad impadronirmene di nuovo.
Sono silenzioso e nessuno mi sente mentre rantolo per i morsi
                                              [di ragni velenosi 
che abitano le mie idee.
Borbotto cose in un dialetto arcaico e satanico.
Tutto un rutto continuo ed incomprensibile.
Un massacro pesante fatto di formule venefiche letali.
Sono adesso più consapevole della mia presenza su questa terra.
Sono adesso l'ultimo essere che non capisce nulla di se stesso.
Dove la mia follia mi porterà 
dipende solo dal mio lasciarmi andare.
E non riesco veramente a capire se quello che vivo è realtà 
o semplice illusione di quello che potrebbe essere il mio
                                             [possibile inferno.
E di questo mi preoccupo
poiché la mia vita è veramente vissuta a cavallo tra confusione 
e mera interpretazione di quello che riesco a comprendere.
E però non vorrei troppo clamore per quello che rifiuto di essere.
Vorrei non avere questo peso addosso.
Vorrei tagliare corto con tutto quello a cui sono collegato.
Vorrei staccare la spina che mi tiene relegato a questa schiavitù.
La vita è bella
ma il concetto è relativo e varia da persona a persona.
E varia in funzione di quello che vivi e di quello che ogni giorno
                                               [ti fanno vivere.
Varia a seconda di quello che ti aspetti e che pretendi.
Sono stanco di essere "vergine":
voglio essere infangato dalle mani di una donna.
Voglio avere quel mio fottuto spazio da me tanto desiderato.
Vorrei e lotto.
Ma preferirei abbandonare tutto 
come il più arrendevole dei vili
perché questa vita non mi appartiene 
e mai mi apparterrà.
Roma 17-06-2003  

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