Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Piatte contraddizioni

 

Alimentazione sregolata.
Denutrizione mentale.
Paresi celebrale.
Ictus della morale.
Moralità dissacrante.
Sinonimi di contrari.
Omonimi tra anonimi.
Cloni di noi stessi.
Persi per mai più ritrovarsi.
Andazzo lento e barcollante.
L'ampiezza di una sola veduta della vita.
Intendendo quello che si vuole.
Assiomi inutili e fuorvianti.
Dvd di precisione inarrivabile.
Cd e cassette piene di canzoni rumoreggianti
senza significato.
Si incide solo roba death e black metal.
Non c'è spazio per nient'altro.
È solo roba strana.
Non c'è più poesia.
Solo rumore snervante che rende tutto più piatto.
Tutto uguale.
Non nasce niente che abbia un qualche valore.
Tutti identici.
Pochi innovatori seguiti da una manica di imitatori.
Troppi messaggi forti che cozzano tra di loro
poiché messi troppo a contatto.
Sono adiacenti 
come gli umori della gente.
Sono molteplici e creano un disturbo inaudito.
Sono solo similitudini che non hanno senso e non riportano
                                     [concetti noti in altro modo.
Parafrasare quello che si dice non è più un fatto di critica e di
                                                 [interpretazione.
È spiegare ciò che non si può capire.
È capire quello che non ha senso alcuno.
Piatti.
Tutti rotti su un pavimento d'acciaio sterile e incontaminato
dal germe della creatività.
Nessuno ha più un dono tale.
Nessuno pretende di possederlo e di dire cosa sia più l'arte.
L'arte di non rispondere alle provocazione ed ai casini.
L'arte della gente strana come me.
Pattume culturale o pattume celebrale fa lo stesso.
Equivale a parlare con parole diverse dicendo però le stesse cose.
Martirizzarsi non serve a niente.
Non potrai cambiare il mondo.
Non lo ha fatto nessuno.
Solo in parte puoi ottenere un mutamento momentaneo.
Ma il tuo è un momento fulmineo e la storia è ciclica.
È dimostrato.
E non c'è bisogno di studiare le possibilità di reiterazione
                                                       [possibili.
Sono matematicamente certe e definite tramite equazioni
                                                  [indimostrabili.
La felicità di chi è triste.
La tristezza della gioia.
La morte di tutto ciò che parla.
La presa di posizione di chi non fa affatto nulla per se stesso.
Tutto quello che rappresenta la certezza del caso.
Tutto quello che provoca malumore all'interno della tranquillità.
La normalità del folle.
L'unica certezza del normale di essere prigioniero della sua
                                               [stessa uniformità.
L'unico desiderio di chi sa che non potrà mai avere niente.
I vaneggiamenti dei santi dissacratori di qualsiasi cosa.
Tutto quello che vuoi
puoi sempre scriverlo.
Tutto quello che risulta uscire dalla bocca 
puoi sempre scriverlo.
Tutto ciò che rappresenta la trasparenza può sempre venire
                                                       [infangato.
E tutto ciò che non riesci a vedere puoi sempre cercare di
                                                      [dipingerlo.
E puoi fotografare anche il tuo animo
se decidi che esso può prendere forma 
e viaggiare sul sentiero di una gloria ritrovata nella melma.
Roma 12-06-2003  

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