Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Mente

 

Confusione e stress.
Solo due cose che mi accompagnano.
Confusione e stress.
Solo due cose che mi distinguono.
Solo due cose inutili e distruttive.
Non ho amore da donare a nessuno.
Mi impongo il mio canone di giudizio.
Mi dicono tutto quello che dovrei essere.
Mi piace starli a sentire e sapere che non farò mai un cazzo
                                           [di ciò che mi dicono.
Sanno che non seguirò mai i loro consigli
per una felicità facile e illusoria.
Eppure continuano a dar fiato alle loro bocche
viscide e poco sensuali.
Non mi attraggono con i loro occhi dolci.
Non mi colpiscono con le loro qualità intellettive.
Non sono ciò che vorrei.
Ma le desidero comunque.
Io guardo anche all'aspetto fisico come fanno tutti.
Non sono speciale come credi.
Sono un folle ma ho gusti particolari anch'io.
Non giudico: non perché ho paura di essere giudicato a mia volta
                                                     [dagli altri
ma perché non mi interessa affatto parlare inutilmente.
Giudicare è anche in qualche modo consigliare.
Io mando i miei anatemi mal recepiti 
da chi tenta di ascoltarli.
La mia pazzia è una costante che non cambia e che non si integra
                                                            [mai.
Non mi concedo distrazioni 
perché so che non posso permettermelo.
Sto solo perché non voglio dividere il mio tempo con nessuno.
Voglio dedicarmi a me stesso.
Voglio essere consapevole di ciò che sono.
Non sofisticazioni del mio essere ad opera di altri.
Se devo cambiare voglio che sia per colpa mia.
Il mondo fa schifo come sempre e la vita è sempre la stessa.
Non cambia nulla quando ci si innamora.
Ci si illude che cambi qualcosa.
Ma non è così.
Forse cambia in peggio 
ma domani non è affatto un altro giorno diverso da quello che oggi
                                               [va concludendosi.
È solo un'altra farsa.
Lo so che non va più di moda la figura dello scemo sfigato che
                                                 [scrive "versi".
Sono fuori moda anche in questo.
La mia realtà è l'impossibilità di fare quello che tutti fanno
                                                   [giornalmente.
La mia impossibilità nell'essere migliore vive nella mia testa 
e di lì non si scolla.
Non sono facile da capire.
Ma chi lo è?
Lo è chi non è nessuno.
Troppo semplice da potere sviluppare un pensiero profondo.
Troppo poco sensibile per essere definito come un individuo
                                                       [pensante.
Troppo come niente.
Non è di moda fare della coerenza uno stile di vita.
La profonda "fede" in una cosa non è più trend.
Fede intesa come profonda osservanza in quel che fai e in quel
                                                        [che sei.
Non in senso mistico.
Le esperienze terrene sono più che sufficienti a farmi odiare
                                                        [la vita.
Non ho bisogno di quelle invisibili ed impalpabili.
La smetto qui.
Perché ormai è tempo di fare altro.
E di nuovo ti lascio dei versi che annullano tutto ciò che fai.
Tutto ciò che sei e che sono.
Tutto quello che volevi non lo troverai qui.
Troverai l'opposto di quello che vuoi.
Troverai l'esistenza fatta a cubetti e messa nel congelatore.
Trova quello che vuoi.
Ma adesso ti lascio come fai sempre tu.
Ti lascio e non ti saluto.
Ti lascio là in attesa del prossimo messaggio.
Roma 24-03-2003  

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