Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Latta modellata

 

Da baracche semi vuote 
ti regalo una semplicità che non esiste.
Ti dono un eterno e cordiale saluto 
che tu non recepisci.
Ti adorno con parole fatte di burro 
ma tu non avverti la fragranza 
di questa dolcezza così grassa.
Senti solo la flagranza del reato 
che nessuno di noi ha commesso.
Dalle mie case fatte di bidoni 
spessi e trasparenti
arrivano per te delle nuove idee
da me concepite esclusivamente 
per renderti felice.
Dotarti di nuovi desideri 
e di confini inesistenti
dove puoi essere in libertà 
come e quando vuoi.
Puoi apprendere tutto il sapere che desideri:
puoi tranquillamente essere asociale.
Puoi decidere di non sposarti:
sarai solo una ghirlanda fatta di petali 
provenienti da fiori appassiti
e recisi alla rinfusa
e alla meno peggio accostati
tra di loro
che adorna il mio collo stanco di reggere 
una testa così pesante 
e così pesantemente vuota.
Regalami il tuo sorriso ogni giorno.
Fallo solo se ti và 
e se sei dell'umore giusto.
Dedicarti qualcosa è sicuramente inutile:
odi sentirti in imbarazzo.
Odi addirittura essere considerata.
Non ho pressioni addosso 
che mi spingano 
a separarmi da te.
E per questo non ti dimentico
ne ti escludo dalla mia vita.
Ed è per questo forse che i miei totem 
non funzionano più.
Non incanalano più 
flussi di energia migratoria
che si sposta da un capo all'altro 
del mio cervello annebbiato.
Sciami di pensieri dedicati a chi non so
potrebbero raggiungerti e piacerti
ma alle volte anche ferirti gravemente
ed intristirti oltre il dovuto.
Sono su di uno steccato mal messo 
e ridotto a pochi pali divelti e dissestati.
Messi li tanto per fare 
e per delimitare territori immensi 
di cuori che non hanno limiti.
Definito e il quadro che di te ho nella testa:
definita come l'immagine che di te ho dipinto
e che mi appresto a rappresentare 
nel peggiore dei modi possibili.
Non sono tanto male se ci pensi.
Non risentirti affatto.
Tutto ciò che credi essere gentile
ha un grosso e triste segreto 
celato dietro ogni angolo
della sua bocca 
portatrice di un sorriso accennato.
Dal tetto di queste baracche 
non ho intenzione di costruire parabole enormi 
per urlarti a gran voce il mio sentimento falso.
Non ho intenzione di riparare 
le continue crepe che su di esso si formano 
e che rappresentano lo stato attuale del tuo spirito.
Non posso dirti che farò cose che tu ti aspetti.
Non voglio illuderti 
perché so che ti deluderei se lo facessi.
So di non essere seduto sul trono
che tutti vorrebbero 
e per il quale di continuo si scannano:
non emetto giudizio alcuno
e quindi non posso neanche consigliarti 
di stare al mio fianco.
Non interessa a nessuno 
la sporcizia accumulata 
nelle mie prigioni di latta.
Ma ti detto le mie parole mal pronunciate 
che forse capirai meglio di chiunque.
O che forse farai solo finta di sentire
giusto per accontentare le mie orecchie
che desiderano solo ascoltare il tuo animo
che sospira leggero e si perde nel frastuono 
che tutto invade e che tutto ammutolisce.
Roma 23-03-2003  

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