Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Dove non abitano gli agricoltori

 

Nere distese e bianche praterie.
Mucche pascolanti sopra stabbio troppo secco.
Davanti a loro pastori e cani idrofobi 
che mordono la carne di questi ultimi.
Allungati e cerca di colpirmi.
Insetti che svolazzano e che dicono scemenze.
Nessun essere umano all'orizzonte.
Solo erba dal colore purpureo.
Solo arbusti molto bassi e sassi pesanti 
e allo stesso tempo trasparenti e lenti.
Un passare di assurdità e di esseri eleganti.
Vestiti con drappi lunghi e strascichi
di abiti da sposa consunti e senza fine.
L'erba scivola e fa scivolare
sopra la sua rugiada e sopra i suoi fiori gialli 
e traditori.
Più in la capre dal colore indecifrabile:
munte da un pastore che si nasconde alla vista 
di chiunque.
Si rende giovane 
e non si fa consumare 
dagli sguardi degli altri.
Nulla è stato scritto in questa valle
e i due pastori se ne rallegrano 
e vivono più tranquilli 
senza che le parole pronunciate da qualcuno 
abbiano in qualche modo sporcato le loro menti.
Passanti occasionali 
e dame di compagnia 
restano li a guardare questi esseri 
che a loro volta pascolano insieme ai branchi
di cui sono possessori.
Guidano e dipendono da come il gregge si manterrà 
e da come esso si accrescerà e si nutrirà.
Non si sottraggono a niente:
utilizzano le doti che in loro nascondono.
Danno fondo a tutto ciò che sanno fare.
Ritornano alle loro capre avvelenate
e al loro latte alla stricchinina 
che esce caldo come lava da un vulcano:
spruzza come acido su di un qualsiasi materiale
e gli corrode il cervello.
Datato e fuorviato è il loro alito.
I loro occhi forti e decisi 
si perdono nel nulla delle loro menti 
offuscate e gironzolanti.
Si trastullano facendo cose importanti
e viaggiano di continuo.
Percorrono e sanno cose che non potrai mai sapere.
Sanno di sapere ma non lo dicono.
Sanno e si mantengono integri 
anche quando si frantumano
e si perdono.
Roma 08-05-2004  

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