Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Un rifiuto bianco

 

Matematicamente scarso.
Inutilmente presuntuoso.
Non sono preso tanto male se vai a vedere.
Ci sono io che sto levigando angoli acuti che feriscono la gente.
Angoli acuti formatisi nelle profondità del mio cuore.
Ogni tanto smusso ma c'è chi li appuntisce di nuovo.
Ci mette un attimo e vanifica il lavoro di anni.
Anni lunghi passati a leccarsi delle ferite ormai infette.
A volte vengono curate.
A volte non guariscono più.
Ma il mio candore è un candore spento.
Spento dalle grida dell'anima che cerca di emergere.
L'avrò venduta a chi non so.
L'avrò data in prestito a qualcuno che mi sta giocando un
                                                    [brutto tiro.
Credimi.
Saprò ricompensarti.
Andare a prostitute.
È questa la mia unica maniera per andare a letto con una donna.
Io sto barattando la mia verginità con la prima ragazza che è
                                      [disposta a portarmela via.
Io non ci sono più.
Non chiamarmi anche se trovi le soluzioni ai problemi più
                                                     [complicati.
Lasciali irrisolti perché è meglio così.
Il mondo non è ne piatto ne ordinato.
È forse questo un bene?
Penso di si.
Perché l'anima non campa in un mondo dove non si sente chiamata
                                                       [in gioco.
Problemi di morale inutili.
Parlami delle tue donne.
Le mie donne che non ho mai avuto.
Le donne che mi hanno fatto dannare.
Le donne che mi hanno scagliato addosso insulti.
Ma chi me lo fa fare di amare.
Di rompermi il cuore ogni volta che mi innamoro illudendomi.
Illudendomi che la persona che mi sta davanti sia sincera.
Siamo tutti sgualdrine da quattro soldi.
Non mi permetto di essere la merda bianca che naviga pulita
                               [nel tuo water prima di scaricare.
Sono solo un rifiuto secco e deciso che ha deciso di rinnovarsi.
Un no fottuto a tutti coloro che vogliono raggirarmi con trucchi
                                               [da prestigiatore.
Un lieve aroma nauseabondo che si solleva dalle crepe di una
                                   [terra avvizzita e senza vita.
Presento nuovi show dove non ci sono bellezze nostrane o straniere
              [ma terrori neri provenienti da un baratroso mondo.
Sono impaurito dalla gente che non mi insulta.
Dalle gente che solo apparentemente apprezza.
La loro ipocrisia è un qualcosa che trova fondamenta nelle
                                      [rocce granitiche più dure.
E nei massi più grossi si scolpisce da sola grazie all'ausilio
                         [di scalpelli di ignoranza diamantifera.
Sono punte acuminate che non mi lasciano scampo.
E nel mio cuore non c'è nulla di umano.
Ma grazie agli uomini esso se ne è morto ormai da tempo.
Sono impaurito e stanco.
Messo in salamoia ad aspettare che le mie carni si rammolliscano.
E sono in una stasi che puoi chiamarla niente che mi inghiotte
                                                  [e mi trascina.
Mi trascina su di un vascello fatto di eterei corpi volanti che
                                        [si intrecciano tra loro.
E tra loro scambiano sensazioni e pensieri illuminati.
E io ascolto loro come in una sorta di mistica contemplazione.
Li ascolto e mi rendo conto che il mio essere escremento bianco
                                                       [mi giova.
Mi fa bene poiché posso sentire ciò che loro dicono.
Mentre altri sordomuti della mente se ne stanno li fermi senza
                                         [poter sentire alcunché.
E cambio tema perché il timone vira.
E più vira e più mi sento bene.
Cambia di continuo posizione.
Si avvicendano i discorsi fatti da grossi luminari e scienziati
                                                   [della parola.
Costruttori di idiomi mentali-verbali che squarciano i tempi
                                                    [e lo spazio.
Io mi sento perso e ciò mi riempie di nuove sensazioni.
E mi rifugio sempre nel "magazzino delle idee" dove trovo
                                             [le mie ispirazioni.
Ispirazioni per opere insane che non si possono capire.
Non perché troppo complesse.
Ma perché di significati non ne hanno.
Non ne hanno e non ne vogliono avere.
Sono tronconi di una vita fatta a pezzi che si staglia sotto
                                                 [i vostri occhi.
E muti e indifferenti sti contenuti della mia anima offendono
                   [con forza di spada chi si azzarda a leggerli.
Leggili e saprai.
Mettici il veleno che funge da concime.
E il mio grido afono si sentirà nelle brughiere.
Dove nulla tace e dove nulla risponde.
Dove un ciarlare di comari urta il mio suono.
Lo urta e lo distrugge.
Per poterlo eliminare e ricostruire come vuole.
Io me la immagino la mia voce in un contenitore.
La forza di un uragano che travolge il buonumore.
Roma 11-11-2007  

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