Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Depressione natalizia...

...sulla tela di un ragno e all'ombra di un cipresso 

I miei pensieri che si districano su tele di ragni voraci
                                         [affamati del mio corpo.
Su tele troppo sottili e leggere per il mio goffo essere
                     [che non riesce a muoversi con tranquillità.
La mia pesantezza celebrale è dovuta al torpore a cui ogni giorno
                                              [mi fai sottostare.
Tutti i santi giorni tessi di nuovo la tua tela appicicaticcia
                                       [fatta di sagace crudeltà.
Sagace perché è sempre pronta ad attirare chiunque nella
                                                   [sua trappola.
La mia trappola è il cervello che mi governa e mi fa prendere
                                        [sempre decisioni errate.
Errate poiché contro qualsiasi tendenza.
La mia ragnofilia mi spinge ad arrampicarmi su muri difficilmente
                                          [scalabili a mani nude.
Eppure io salgo manco avessi le ventose sui polpastrelli.
E ascolto musica rock che mi fotte.
Mi trapana il cervello col suo martellante vociferare veleno.
Veleno nei testi che si inocula lentamente e gradatamente.
E io sono impassibile di fronte alle continue iniezioni
                                             [di liquidi mortali.
Io cavia delle cavie.
Prediletta da un dottore strano che fuma erba allucinogena.
Che si fa crescere un pizzetto e scopa troie d'eccezione.
Che sgomma con la sua cadillac.
Io ho delle illusioni.
Illusioni dovute alla confusione che regna sovrana nella mia mente.
E chiedo pareri sulla mia follia e nessuno mi sa rispondere.
Rispondi e proponi a me delle cure efficaci perché sto fuori.
Sto fuori dai giochi e dalla cultura di mondezza che mi vuoi
                                            [per forza propinare.
Mi vuoi insegnare cose a cui non voglio essere iniziato.
Ho iniziato a capirmi e adesso tu non mi strapperai da me stesso.
Da folle ad un folle.
Parlo con me stesso.
Il me stesso che si interroga sulla sua duplicità.
Stecche e grossi amplificatori amplificano il mio grido di guerra.
Schermi al plasma ti danno in real time la mia faccia
                                     [da "terrorista dell'anima".
Mi ci impegno e ci riesco.
La tua non fa paura a nessuno.
Io sono talmente confusionario che mi scordo dove abito e quello
                                       [che ho mangiato a pranzo.
Io sto male e sono stanco di stare male.
Male con me stesso.
Male con tutti quelli che mi stanno intorno.
Le eccezioni sono veramente rare.
Rarità esteriori ma soprattutto interiori.
Io non scrivo.
Incido le mie zampe di gallina su di una stele di marmo pregiato.
In ricordo di chi è morto.
Un epitaffio di incommensurabile bellezza.
Un'incisione che non potrà mai più essere cancellata.
Ne dal tempo ne dall'arroganza degli altri.
Le mie reti le ho riparate.
Vado a pesca di marlin blue e forse non ritornerò.
Ci vado e basta poiché questo è tutto ciò che ho.
Tutto ciò che so fare è aspettare e lottare quando c'è da farlo.
Aspettare la marea del mio mare troppo calmo.
Per poter scatenare arditamente le onde strampalate del mio cuore.
Roma 29-05-2003  

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