Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Sui gradini del tempo mi sedetti

 

Sedetti muto e stanco quando arrivai alla fine di un viaggio
                                                    ["epocale".
Attraversai il tempo in ogni sua direzione.
In ogni dimensione di cui esso è composto.
4 per concepirlo ed interpretarlo.
Quattro cose che non hanno importanza per chi non ne ha
                                                [la cognizione.
Riesco a connettermi ogni giorno ad una rete globale che viaggia
                                                [troppo veloce.
Azzera il "tempo" ma non lo rende mai prigioniero.
Prigioniero di se stesso.
Vago e salgo con fare ansimante i gradini di codesto castello.
Un castello fatto di eventi e a volte fatto di nulla.
Una concezione austera di quello che fu un tempo l'uomo.
L'uomo imprigionato sempre tra queste quattro mura.
Sempre costretto a relazionarsi col tempo.
In pochi sopravvivono alle sue prediche.
E come chi "sui gradini del tempio" cerca rivelazioni e sicurezza
il tempo fa trovare tutto l'opposto che essi cercano.
Illudendoli.
Un'illusione fatta di miraggi ingannatori molto finemente
                                                   [realizzati.
Messi in scena da abili scenografi.
Esseri "misteriosi" che si occupano di effetti speciali.
Speciali come i tempi in cui gli uomini vivono.
Speciali per l'apocalisse che creano.
Speciali perché portatori di falsità che vengono subito sgamate.
Viviamo in una tempotarchia che ci schiaccia.
Ci impone ritmi e continue ripetizioni degli stessi scenari.
E come noi attori di sto tempo ce ne sono molti.
E come noi ne verranno molti altri.
E sui gradini del tempo noi periremo.
Ed altri dopo di noi periranno senza il minimo accenno.
Accenno ad un ringraziamento al nostro tempo.
Che ci imprigiona nei suoi meccanismi perfetti.
Roma 01-03-2003  

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