Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Sì sì tu mi piaci...

 

Scelgo te.
Si si.
Scelgo te.
Ti prendo per la mano e poi vai.
So che tu m'aspetti.
Sono io che non arrivo.
Sono troppo in ritardo e quasi quasi rinuncio.
Si rinunciare è nella mia personalità.
Tutti rinunciatari.
Alla vita io rinuncio.
Al suo appuntamento con il nostro sposalizio io non mi presento.
Alla nascita del nostro sodalizio io non benedico la prima pietra
                                                   [del rapporto.
Alla chiamata alle sue armi io diserto.
C'è il deserto nella mia mente.
Non riesco ad immaginare altro.
Io perso tra me stesso.
Tra i colli formatisi sulle fondamenta delle mie idee.
Quando ti ci metti vengono fuori robe fiche.
Quando mi ci metto.
È raro.
Non ho stimoli esterni.
Non ho impulsi motori.
Sono solo un burattino che a volte si illude di essere uomo.
Descrivo i miei personaggi.
Tutti loro sono mutevoli.
Mi piace stare li a sentire e a descrivere il modo in cui essi
                                                       [cambiano.
Tutti lo fanno.
Sono io che resto immobile nella mia scarsa mutevolezza.
Non ho la metamorfosi.
Non mi adatto al terreno circostante.
Camaleonte pigro che non assume altri volti al di fuori del suo.
Son stanco di trascinarmi.
Sono stanco di tutti.
Tranne che di te.
Sei bella come non so cosa.
Non lo so perché non esisti.
E se esisti non sei mia.
Sei niente come niente sono io.
Ciò mi diverte.
Ciò mi da la gioia sublime.
La bellezza unica del tuo essere apatica.
Io sono lento come i sentimenti che dal mio cuore scaturiscono.
Li sento solo dopo tanto tempo.
Sono sordo alle continue richieste del mio cuore.
Sono scelto dalle persone sbagliate.
Loro scelgono in quanto sfruttano.
Io non ho scelta.
Non mi posso opporre alle loro trappole.
Non posso districarmi.
Subisco ferite grandi che non fanno poi tanto male.
Sono abituato ad insulti.
Devo ricorrervi per scacciare persone troppo insistenti.
Devo farlo per me stesso.
È un metodo aggressivo per estirpare chi mi sta sulle balle.
Tanto sono solo.
Sono antipatico.
E di questo mi vanto con tutti.
Non mi vuole nessuno???
dimmi chi ha bisogno loro.
Io sto qua.
Tu mi piaci.
Cullami.
Perché il mio bambino dentro è morto.
Il mio pargolo "interiore" non si nutre più.
Ho tagliato il cordone ombelicale.
Quel cordone che sanciva il rapporto tra me e te.
Quel cordone umido.
Sporco.
Sudicio.
È meglio che tu ti mantenga pura.
Lontana da queste mani che per nulla ti meritano.
Stai lontana.
Con me soffrirai e basta.
Non perché sono stronzo.
Ma perché non mi si sopporta.
Sono malinconico.
Perso nel mio piagnisteo.
Lontano da un mondo onirico dove tutto si può ritenere dionisiaco.
Dove tutto è votato al mio piacere.
Bassezza.
Ecco cosa mi invade.
E prima che essa mi faccia perdere la ragione fammi smettere.
Curami e poi lasciami impazzire di nuovo.
Perché nel mondo io non sono.
Poiché nel mondo io non voglio essere.
E attaccato alla vita non sono mai stato.
E gli uomini sono egoisti.
E per vivere meglio si appropriano anche della vita degli altri.
Espropriami la vita.
Ma dammi qualcos'altro in cambio.
Dammi una lieve e felice condizione in cui io posso perdermi.
Perdermi per non essere più.
Roma 05-06-2003  

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