Travagli di ogni sorta e bellezza sconfinata senza alcuna definizione possibile. Possibilità di scelta per un nuovo percorso dove tutti mangiano, ai lati di questa strada, solo fiocchi d’avena impoveriti di ferro. Acqua priva di sodio e particelle che si fanno la guerra tra di loro. Si cercano e si lanciano sguardi di sfida: ognuno insegue un obbiettivo. Ognuno per la sua e basta. Ognuno spalma interi vasetti di crema alla nocciola su di una singola fetta biscottata. Tutti vanno alla ricerca di cialde color del grano arricchite con mandorle e pinoli. Tutti fanno la spesa di corsa. Tutti non hanno mai niente da mangiare in casa. Tutti scappano di fronte a file immense: melodie e tiritere vecchie su chi stava prima o dopo. Telefonate mentre stai mangiando e scocciature grandi perché ti stai gustando un piatto ricco di carboidrati e proteine. Tu interpreta la scala di valori alimentari che voglio darti. Non ingerire troppi liquami infetti e non massacrarti di roba che ti fa bene al fegato. Stai a sentire il dietologo al contrario. Pensa a ciò che vorresti addentare: galline alla diossina e uova di polli refrattari a farle uscire ancora calde. Tiro colli ai conigli che mi passano sotto e mi accorgo che il luogo dove li tengono è talmente piccolo che non mi sforzo neanche a dargli più da mangiare. Una crema pasticcera preconfezionata e una bottiglia di vino mal fermentata per innaffiare le mie aiuole piene di uva rossa e bianca insieme. Fragole e mele grosse quanto fragole. Ortaggi di natura strana e deforme: gialli come colore primario. Nero è il prosciutto che hai lasciato a stagionare. Tutto è sano per chi è insano. Stai a fare distinzioni inutili.
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