Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Grandi stazioni

 

Solitamente vivente in questa terra 
dove la morte risulta molto più che apparente 
e motivata a fare tutti i giorni il suo sporco lavoro.
Avanza decisa, inospitale, indefessa
come tambureggiare continuo 
di un esercito di scheletri
composti di ossa roteanti cariche 
di rancore radiofonico.
Come l'incalzante incedere pesante 
di passi salenti scale 
eternamente eteree 
della metro B a Roma.
Cadenza barcollante, 
braccia, gambe disarmoniche,
odori di gomma bruciata 
da tempo immemore.
Visione immediata di una giornata "uguale".
Il frenetico vociare intorno a me 
di facce vuote 
che a ripetizione si alternano
confondendomi 
donandomi confusione articolata
che mi impedisce di articolare pensieri e voce.
Un marasma di dolori tra di loro solidali
attesta la voglia di vita
degli ostinati piccoli esseri spirituali
trascinanti carcasse carnose 
fatte di materiale cedevole, ingannevole
precipitose di invecchiare
solennemente destinate al declino.
Le offese più non valgono:
restano a testimonianza
di una vita che pretende molto, 
forse fin troppo 
e che non sempre da in cambio 
quello che uno si sforza
di seminarci sopra.
Figli di un coito spinto.
Di una minzione priva di
sali minerali assorbenti
emozioni subumane.
Roma 08-07-2008  

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