Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Senza senso

Mortali sentenze vengono lette
dall’alto di seggi imponenti,
sfarzosi e pieni di vanagloristica
ornamentale voglia di imporsi.
Popoli allo sbando e
sbandati che non
badano alle ciance
di cenciosi uomini ipocriti
calzanti cioce
e portatori di velenose parole
fatte di muffa ottusa e stagnante.
Acquitrini
pieni di acquose teorie
che aprono falle nelle menti
degli uomini che mentono a loro
stessi restando perplessi
nei loro abiti dimessi
cercatori di appigli tramite
i quali arrampicarsi.
Obbligarsi ad essere perfetti
in un mondo di tempi imperfetti
e di condizionali d’obbligo.
Le certezze dell’incertezza
piombano come falchi nella notte
sulle strade di chi
tranquillamente ignorava
la variabilità infinita
del fato.
Meritocrazia inesistente
valente solo per pochi lacchè
prediletti
che non si domandano mai
di che sapore sarò oggi la merda
che saranno costretti ad ingoiare.
Il mondo che io adoro
che mi mette
le spalle al muro e che mi da
la possibilità di vedere
quanto valga la pena
l’esistere in questo momento.
Siamo ridotti maluccio.
Aiuto non invocato.
Resto da solo.
Rest in peace.
Avvocato di me stesso
nella silicon valley
dove luci al neon accecano i miei occhi
poco globalizzati
e per niente vogliosi di
febbre d’azzardo
e di doppi petti
indossati da persone
dalla voce fredda
e dal cuore vuoto.