Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Dopo

 

Senza senso.
Dislessie mentali e vocali.
Pezzi strani che stranamente risultano congruenti.
Compatibili tra di loro
anche se provenienti da matrici completamente diverse.
Si ride e si scherza tra carta straccia
e documenti di "vitale importanza".
Pezzi di carta che attestano qualifiche e capacità.
Siamo sommersi dalla richiesta di questi titoli
in sgabuzzini di carta in cui cerchiamo
di raccattare qualcosa a noi utile.
Senza rime ed assonanze gioiose è la mia vita.
Alcuni mi rendono felice con la loro pazzia.
Pazzia comune che ci rende uguali.
Di getto come idranti che colpiscono e atterriscono 
con forti flussi energici e sbalzanti
sono le parole che qui incido sulla mia carta.
Sono stanco di avere quello che non voglio
e di inseguire quello che invece vorrei.
Siamo tutti piccole cose che si ingigantiscono col crescere.
Diventiamo grandi in diverse direzioni
e ci ammaliamo di noi stessi e la vita ci dice troppi no.
Ci sentiamo persi come parole gettate a caso su un foglio.
Vomito il mio essere che non sa più cosa essere.
Combattuto tra un corpo troppo fisico ed uno spirito alquanto
                                                    [metafisico.
Iconoclasta per natura è la mia opera
che incontra la felicità degli altri 
e la distrugge più facilmente del cristallo.
Mille pezzi di valore inutile.
Mille pezzi che di gentile non hanno nulla.
Ti respingono dopo che riunisci di nuovo.
Ti lasciano a disperare per la tua sorte che difficilmente
                                                      [cambierà.
Diffida sempre di chi ti vuole salvare
perché lui vuole salvare solo se stesso
grazie a questo atto ipocrita e inutile.
Atto che di virile non ha nulla.
Che di viltà fa sfoggio e si vanta della codardia dell'animo
di chi tenta di dare questo appoggio irrisorio
come sogni di chi si illude 
che il mondo sia bello.
La vita può essere bella 
ma il mondo no.
Poiché è fatto da noi uomini
che di bello non abbiamo niente.
Solo la voglia di uccidere e i far male 
che ci invade come un follia amara che ci esalta
e che ci rende orgogliosi del sangue che spargiamo.
Roma 13-02-2003  

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