Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

SpoKom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

In attesa di un titolo I

 

Brutto e indicibile.
Bello e deprimente.
Davanti allo spettacolo
tutto è sciatto e tutto è intellettualmente alto
solo a parole.
Davanti o di dietro fa lo stesso.
E se ci penso ancora un attimo vomito 
e stramazzo.
Non lo reggo.
È un flusso irregolare 
che scorre per ore ed ore nelle vene.
Cosa sono diventato.
Cose orribili che dico e che vivo.
Pattume.
Cosa ho vissuto per tutti questi anni 
non lo so e comunque non te lo comunico.
Niente mi ha ridotto così.
Niente ha fatto tutto.
Come ci si trasforma?
Non c'è motivo alcuno.
Si diventa ciò che si vuole.
Non puoi scegliere.
Batti i tasti del computer:
imprime lettere su un foglio elettronico.
Elettrico è lo scrivere che ti accompagna.
Lento è il mio battere parole inutili
che non verranno mai ricordate
se non nella memoria di un qualche elaboratore.
Non mi interessa uscire
e non mi interessano le donne che potrei conquistare.
Non accade nulla perché è mia ferma intenzione
non fare accadere alcunché.
Adesso mi sento sempre meglio 
e addosso ho una tale energia 
che tutto quello che proponi per la serata 
è troppo poco.  
Troppo! Poco calmo.
Di grande intensità nervosa.
Troppi circuiti reticolari.
Troppo scambio di informazioni.
Troppa elettronica.
Troppa follia suicida.
Troppo per essere contenuto in una sola mente.
Troppo per essere dedicato ad una sola persona.
Troppo veloce per scrivere correttamente su di una tastiera.
Troppo. 
Ma pure troppo poco.
Roma 16-03-2003  

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