Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Mai più

Ripetibili attimi
che non vorrei mai più vivere.
Segregarli dentro prigioni
dove accumulo segreti irrivelabili.
Irrilevanti formule poste
come sigilli al mio cuore
d’annata.
Sostituito da cloni ombra
che agiscono per me
e da me prendono
irrimediabilmente il volo.
Si defilano.
Con la mia vita interagiscono.
Se ne appropriano.
Odiano quello che amo
ed adorano tutto
ciò che più disprezzo e detesto.
Umida cella, segreta
posta in basso.
Scantinati.
Scardinati da realtà
a noi troppo care,
portati in paradisi allucinogeni
allucinanti
da abbacinanti fari
posti di fronte ai nostri occhi
increduli,
annichiliti,
svuotati del dono della vista.
Sostituiti da un cuore che pompa
solo per attendere
alla sua funzione vitale.
Sentimenti messi al rogo
come peccato capitale
indicibile e punibile con la morte atroce
nel mondo del capitale
insensibile,
inceneritore di sogni e
sensazioni positive.
Detrattore di speranza.
Trattore macinante anime,
trebbiatrice falciante
spiriti sognanti
mondi inarrivabili.
Facce, maschere da tragedia greca
diventiamo sempre più ogni
giorno,
un bel codice a barre sul collo.
Un’etichetta pronta per ogni
evenienza ed esigenza.
Creatori di emozioni in plastica
da sostituire alle nostre più
grandi speranze.
Nuotatori in mari vorticosi,
speranzosi di arrivare in un’isola deserta
dove fare il nostro naufragio.
Un perdersi nel mondo della follia
delle emozioni “vere”.
Vissute in prima persona.
Devasto venditori di sensazioni di terza mano
vendute per denaro a terzi
che non le apprezzano
e che giocano smerdando
i vani ed enormi
sforzi
delle persone per le quali lottano
ed alle quali inevitabilmente,
con un coraggio indomabile
si aggrappano.