Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Delirio Franziskaner

Il mondo è pieno di stronzi.
Il problema è che bisogna sopportarli tutti,
senza mai tirare la catena.
È difficile sopportarne,
nella fattispecie,
la puzza oltre che all’orrenda
forma cilindrica
della quale si vestono.
Sono anfibi:
hanno un abito per ogni
situazione
e modi di comportarsi
protocolli standard predefiniti
da applicare alle situazioni.
Agiscono per schemi
ma sono lontani dall’essere
abili strateghi manovranti
karma positivi.
Sono al massimo pedoni,
posti in luoghi reconditi della
scacchiera,
completamente privi
di alcuna dote offensiva e combattiva.
Sono approfittatori.
“Opportunisti” si dice oggi.
Bella la tendenza
all’estendere allo schifo
parole che lo facciano sembrare virtù.
Quello spaccia:
no, tira a campare.
Quella persona è estroversa:
scopa col suo capo ufficio.
È la poesia che ne paga le conseguenze:
perde di spiritualità
poiché le persone che la portano
avanti, come vessillo dorato ed indistruttibile
del bello e del “sentirsi vivi”
abitano nello stesso mondo dei pessimi
troppo “quieti” che fanno della loro routine
un metodo di vita.
Piano piano la fonte di ogni vita spirituale,
di ogni afflato ispiratore,
di ogni amore fiorito,
si spegne al soffiare forte ed arrogante
dei superbi mangiatori di sterco
celebrale.
Sfregiatori da cucina.
Soppressate di farina di tapioca.
Ottimo argomento
è l’argomentare scemo
di un essere purulento
che ha bevuto lentamente
birre bavaresi.
Ottimo direi il pubblicare a spese tue
quando alla fine le poesie sono mie.
Chiedo solo un nuovo traguardo da raggiungere
ed un a nuova povertà dignitosa
che mi porti distante dal mondo
dei lussuriosi idolatri
che amano il cartaceo demone
riportante l’effige di qualche
amabile monumento
o di qualche eccentrico inventore
di progresso.