Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Ammissione parziale

Ammettere a questo mondo
equivale a perdere!
Annettere, espandendosi
mentalmente, le idee degli altri,
farle proprie e distruggerle dalla
mente dei legittimi “creatori”
è cosa lecita!
Passare sui propri difetti e vizi
è cosa naturale
per puntare la luce indagatoria
dell’anima
contro chi si vuole scalzare,
distruggere,
spodestare!
Essere ciò che si vorrebbe e che non si è!
Essere abominevole che si aggira
tra di noi con fare lucente,
splendente, simile a diavoli caduti,
esseri di spirito ricoperti dall’afflato
del creatore, espiranti dolce calore
tentante e disturbante l’umano intelletto.
Ipnotizzano con lente parole dalle sembianze
“umane”
le nostre orecchie troppo sorde alle grida insistenti
e perforanti della nostra “ragione”!
Ci convincono di questo!
Ci parlano di altro!
Tergiversano, trastullandoci, sui veri significati
della vita
e ci riempiono di vacue notizie
buone per l’evacuazione intestinale!
Solitamente soli in mezzo agli zombie
del nuovo secolo.
Chi sopravvive all’attacco nocivo
di ste parole venefiche, mefitiche, a volte etiliche
viene preso dal vortice della pazzia
e dallo spettro della solitudine
acquisendone gli inequivocabili tratti somatici.
Trasformati in animali da soma per i bagagli
ingombranti degli esseri bigotti che ci tengono al morso!
Soggetti ad una metamorfosi in cui
non siamo altro che mosche costrette
a gravitare sulle loro “defecazioni”!
Feticisti del guano altrui!
Galline strafottenti covano uova di oro nero
senza catalizzatori di sorta
inquinando le nostre menti,
favorendo lo sfruttamento esterno,
privandoci della scintilla che genera l’idea!
Sottraendoci il beneplacito del dubbio.
Pianto amaro del nomade solitario nel deserto.