Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Ronin

Ombre funeste
poste a guardia
dello spirito
dell’artista guerriero
che rugge dentro di me.
Citazioni da poeta romantico
m’aspettano dietro ogni angolo:
pretendono come veicolo
la mia faccia sporca di fango
che impunemente
sputa sentenze da sapiente
sfidando ogni malelingua puzzolente.
Le vampe dalle quali sono colpito
sono gli spasmi dei tarantolati
che incessantemente danzano
posseduti.
La persiana sbatte al tempo
della musica cardiaca
che mi trattiene in vita,
che mi consola con il suo costante
dibattersi:
attesta l’accorato appello
per una vita fatta
di codici marziali da rispettare
dove l’unico padrone
da servire fino alla morte
sei tu, medesimo, sottoscritto,
il fottuto conduttore
delle tue armate
sulle terre
degli oppressori esterni
che t’impongono dogmi
la cui valenza
lascia il tempo che tu
sei disposto a trovargli
tra i tuoi dubbi
e i tuoi sterili tentennamenti.