Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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Mare nostrano

Si naviga per mari strani.
Insoliti.
Ricchi di troppe barriere coralline.
Pieni di boe fuorvianti
e di bussole che segnano
soltanto “il nord”.
Sono mari ridotti a cenci neri,
scuri di un nero chimico ed oleoso.
Son distese di calma burrasca imperiosa.
Di vorticanti stretti avviluppanti
che fracassano chiglie,
distruggono alberi maestri
di vedette annuncianti
visioni di nuove terre.
Mari astuti di un dio inabissato
che raramente sale in superficie
Mari ingannatori e dondolanti.
Mari di cullanti sogni di loto soporiferi.
Son mari di porti saraceni dorati.
Mari di riflessi in laguna veneziana
raffiguranti mille San Marco della mente.
Son frastagliate superfici di cemento liquido
imprigionanti navi e natanti sprovveduti.
Son cantilenanti sogni d’oriente di pirati fenici
creati apposta per farci perdere:
il distacco dalla Realtà-Routinaria-Moribonda
per noi bucanieri dell’asfalto
è il regalo spesso inaspettato
di questo nostro mare personale
solcato di continuo da carrozze metalliche
montate su gommate ruote volanti.
Son mari di bellezza abbacinante
che fanno male agli occhi se li si fissa intensamente.
Son mari fatti così…
un po’ come uno li vuol vedere.
Trasformisti plurimutaforma liquidi
in costante evoluzione
ed in costante rinnovo!