Non voglio entrare nel paradiso dei normali. Preferisco di gran lunga il mio inferno personale!

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La delusione è passeggera.
La tristezza è dei deboli.
Il dolore è curativo.
La stupidità è degli accorti.
La banalità è dei falsi geni.
La normalità è degli artisti.
La depressione è delle bestie.
La cocciutaggine è di chi rispetta
se stesso e le proprie idee.
La morte è di chi la porta nel cuore.
La vita, quella vera, è di chi vive affianco
alla morte senza portarla in grembo.
È di chi riesce ad essere incosciente,
impaziente, di chi vuole tutto subito.
Di chi non sa aspettare il lento divenire degli eventi.
Di chi ha sogni da realizzare adesso.
Quando è giovane e bello
e non vuole aspettare di essere stolto
e vecchio.
Sinonimo di stupido.
Probabilmente siamo tutti un po’ così.
Chi scrive, chi legge, chi guarda i reality
e chi li realizza.
Siamo tutti un po’ troppo ingenuamente umani.
Ci piace la violenza, lo spreco, la devastazione.
Per fortuna ci piace anche l’amore, l’arte.
Le invenzioni positive denotano sempre
la nobiltà dell’animo umano.
In attesa di una salvezza che non arriva.
La purezza è dei demoni intonacati color porpora.
La demotivazione è di chi ha qualcosa ancora da dire
a questo mondo futurista.
A questo mondo mosso di fronte ad una macchina
con l’obiettivo rimasto aperto per troppo tempo.
L’odio è per i dementi precoci.
L’ira è per gli impazienti.
La pazienza è dei sadici.
La goccia che perfora il mio cranio
è dolce tortura lenitiva
portatrice di saggezza.